Landing page, come ottimizzarla al meglio

Esiste la perfetta landing page? Accattivante, rassicurante, piacevole da leggere, utile ed esteticamente vincente, la landing page dovrebbe rappresentare il biglietto da visita di ogni sito web con il preciso obiettivo di convertire.

Il fatturato dipende, infatti, da due fattori: l’acquisizione (organica o derivante da annunci a pagamento) e la conversione. In altri termini, occorre veicolare traffico sul sito e, successivamente, far sì che gli utenti eseguano l’azione richiesta (acquisto di un prodotto, iscrizione ad una newsletter, download di un contenuto e via dicendo).
Il conversion rate rappresenta, dunque, un parametro fondamentale per comprendere se la landing page funziona o meno ed eventualmente mettere in piedi dei test A/B per selezionare soluzioni alternative.

Esistono diversi metodi e linee guida per misurare, analizzare e testare allo scopo di migliorare il tasso di conversione. Sostanzialmente, utilizzando Google Analytics o altri software di statistiche, occorre valutare attentamente il conversion rate delle landing page del sito, analizzandole poi dal punto di vista dei contenuti testuali e multimediali e, successivamente, testando le pagine opportunamente modificate.

Variando, per esempio, le immagini, il colore dei testi, la grandezza e la tipologia del font, è possibile produrre delle sostanziali variazioni nel tasso di conversione, fino a raggiungere la soluzione ideale.

I test A/B, così come l’analisi del conversion rate, necessitano però di grandi quantità di dati. Se il traffico in entrata – organico o paid – è piuttosto limitato, non sarà possibile ottenere dati utili. Occorrerà, in questo caso, fare riferimento a delle checklist e best practice per ottimizzare la landing page del nostro sito, in attesa di raccogliere dati sufficienti all’analisi del tasso di conversione.

Il sito GoodGUI si sofferma su ben 75 fattori, tra cui il social proof, le modalità di opt-out, la sensazione di urgenza, la curiosità e molto altro. Mettendo in pratica i suggerimenti proposti, è realmente possibile produrre una landing page efficace e incisiva.

Per quanto riguarda, invece, la struttura della pagina vale la pena leggere attentamente l’articolo di Formstack che mostra, nel dettaglio, il layout della landing perfetta, soffermandosi su 10 consigli di implementazione, inclusi i colori più adatti a seconda del settore di riferimento.

Lasciamo al lettore il compito di approfondire, limitandoci a segnalare alcuni aspetti a nostro avviso molto importanti e decisivi.

1. cecità ai banner: l’utente ha sviluppato, nel corso degli anni, una volontaria attenzione selettiva nei confronti dei contenuti importanti a discapito della pubblicità (e di tutto ciò che appare come tale). Bisogna, dunque, fare in modo che l’headline, la call to action e gli altri contenuti della landing page non appaiano simili ai contenuti pubblicitari eventualmente presenti nel sito.

2. leggibilità: i contenuti testuali devono essere chiari, semplici e ben leggibili. Molto utili sono i punti elenco e il grassetto, che permettono di evidenziare le frasi più importanti. Se si utilizza Microsoft Word per la redazione dei contenuti, può essere utile dare un’occhiata alle statistiche di leggibilità del testo presenti nel tool di correzione ortografica. Secondo le best practice più comuni, l’indice di Gunning’s Fog dovrebbe essere inferiore a 8.

3. posizione della call to action: secondo numerosi studi, gli utenti si approcciano alla pagina partendo dal quadrante superiore sinistro, procedendo poi a destra e infine spostandosi nel quadrante inferiore, prima a sinistra e poi a destra. Sarebbe utile, quindi, posizionare la call to action nel quadrante inferiore destro, facendo sì che i contenuti importanti siano interamente above the fold.

Ovviamente, si tratta di linee guida molto generali e che potrebbero produrre risultati, talvolta, contrastanti. Per questo motivo, non appena possibile, vale la pena di attuare test approfonditi (i già citati test A/B) che permettano di fare valutazioni più veritiere, tenendo conto del settore di riferimento, dell’utenza e dei competitor.