5 cose che puoi fare con le Analisi delle ricerche di GWT

I più attenti l’avranno certamente notato: da qualche giorno, e precisamente dal 6 maggio, è stata lanciata una nuova funzionalità di Google Webmaster Tool, la piattaforma free di Google sempre più indispensabile per tenere d’occhio i propri siti web.
Addio, dunque, al vecchio “Query di ricerca“, un rapporto che mostrava l’andamento dei clic e delle impressioni delle query di ricerca, permettendo di filtrare per data e di visualizzare il relativo CTR di ciascuna query.

La novità è il nuovo rapporto Analisi delle ricerche, attualmente in versione Beta.

A prima vista, può sembrare di difficile utilizzo, a causa del maggior numero di parametri in gioco. È possibile infatti visualizzare nel grafico:
clic: ovvero il numero di clic effettuati dagli utenti per una determinata chiave di ricerca
impressioni: il numero totale di volte in cui lo snippet è apparso nella pagina dei risultati di ricerca
CTR: ovvero il rapporto tra clic e impressioni (rappresenta sempre una percentuale)
posizione: si tratta di un numero intero che indica il posizionamento del sito web per una determinata chiave (per esempio, se tale valore è minore di 10, il sito web si troverà in prima pagina).

È possibile, inoltre, filtrare i risultati ottenuti in base alla query, alla pagina di destinazione, al Paese, al dispositivo utilizzato, al tipo di ricerca (web, video o immagine) e, infine, per data.

Il modo migliore per imparare ad utilizzare il nuovo tool di GWT è attraverso la pratica. Provando, infatti, ad applicare diversi filtri a seconda dell’output ricevuto, si riuscirà in breve tempo a comprendere quali sono i rapporti più adatti alle proprie necessità.
Semplificando, sono almeno 5 le cose che si possono fare con il nuovo GWT. Curiosi?

1. Confronto tra query. Attraverso la funzionalità del confronto tra query di ricerca si possono esaminare i risultati (in termini di clic e/o di impressioni) relativi ad una specifica pagina del sito web. Nel grafico si potrà visualizzare l’andamento dei clic in uno specifico intervallo temporale, confrontando per l’appunto due query distinte. L’obiettivo? Valutando il CTR di entrambe le query si può provare a migliorarlo, per esempio intervenendo sulla description o sul titolo SEO.

2. Confronto tra pagine. Selezionando due pagine che hanno un simile posizionamento, ma diverso CTR, si può provare a migliorare il tasso di clic, intervenendo anche in questo caso su description e titolo. Per far ciò, il modo migliore è studiare la SERP in questione e vedere come si comportano i competitor diretti.

3. Dispositivi preferiti. Cos’è cambiato dal 21 aprile 2015? Grazie al rapporto sui dispositivi degli utenti è possibile confrontare l’andamento dei clic in base al dispositivo utilizzato (desktop, cellulare o tablet). Il mobile vince, e questo è ormai assodato. Può essere interessante valutare il CTR e il posizionamento delle query mobile prima e dopo il 21 aprile.

4. Confronto tra tipi di ricerca. Grazie al filtro sul tipo di ricerca, è possibile conoscere l’andamento delle ricerche effettuate sul web, per video o per immagine (Google Images). E, per migliorare il CTR delle query relative alle immagini, si può pensare di intervenire su diversi fronti: creare una sitemap delle immagini e soprattutto fare attenzione al nome del file e all’Alt Text.

5. Query stagionali. Utilizzando il filtro per data (che permette di confrontare diversi intervalli temporali) è possibile valutare l’andamento dei clic in base a query di ricerca stagionali. E, con l’aiuto di Google Trends, si può tentare di anticipare le richieste dell’utente.

Ora tocca a voi: avete scoperto altri modi per utilizzare le Analisi delle ricerche di Google Webmaster Tool? Cosa pensate del nuovo strumento messo a disposizione da Google?

N.B: Si ringrazia BeautyBlog per la gentile concessione dei grafici di GWT.